1990 – Achille Lauro

Yeah, yeah, yeah
Yeah, yeah
Darararirararara
Darararirararara
Darararirarararararira
Dararirarararara

Lei vuole perdersi
Lei che ha il cuore di pezza, sì
Dice: “Strappalo ed incendiami”
Questo amore è farsi a pezzi, sì
Come amarsi fosse possedere te
O fosse avere
O sia ossessione per te
Fosse morire con me su un cabriolet
Dolci sofà
Stanze di hotel

Darararirararara
Darararirararara
Darararirarararararira
Dararirarararara

Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarirarira

Non chiamarlo amore, non chiamarlo tradimento
Non chiamarlo passione, non chiamarlo neanche sesso
Non chiamarlo delusione, non chiamarlo sentimento
Non chiamarmi “amore”, non richiamerò, prometto
Non la chiamo confusione, tu non la chiamerai sospetto
Non la chiamerò oppressione, tu non lo chiamerai disprezzo
Non chiamarla esitazione, non lo chiamerò dispetto
Non lo chiamerò rancore, non chiamarlo fallimento

Darararirararara
Darararirararara
Darararirarararararira
Dararirarararara

Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarirarira

Io no, io no, io no, io no, io no
Io non dirò che muoio, no
Per lei, io no, per lei, io no
Io non dirò che muoio, no

Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarararararara
Darararirarirarira

Sì, è solo una poesia per te
Non sai niente di me
L’inferno che è in me
Non c’è amore, non c’è fine, non ci sei
Che poi è solo quello che per te vorrei
Darararirararara
Darararirararara
Darararirarararararira
Dararirarararara
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